Il decreto "salvacrisi", pubblicato domenica 30 Novembre, contiene una norma che potenzialmente fa a pezzi il nostro sistema normativo e civile: è stato introdotto il principio del "silenzio diniego"!
Nella stesura definitiva, hanno inserito una richiesta obbligatoria, da mandare all'agenzia delle entrate nel percorso necessario per ottenere le c.d. "agevolazioni sul risparmio energetico 55%". Se questa domanda non ottiene una risposta affermativa entro 30 giorni dall'invio SI INTENDE RIGETTATA!
Avete capito bene: questo è il "silenzio diniego", il contribuente può avere tutte le ragioni del mondo, ma se la sua controparte può vincere il confronto sempre: rifiutandolo! Se tu chiedi un'agevolazione, segui tutto l'iter per la richiesta e lo Stato non vuole concedertela, semplicemente NON TI RISPONDE!
Ma esattamente che cosa va a colpire? Grazie alle "agevolazioni sul risparmio energetico 55%" molte famiglie si sono potute permettere di affrontare la spesa per:
- una caldaia a condensazione (capace di dimezzare i consumi di gas)
- pannelli solari, per avere acqua calda gratis per nove mesi all'anno
- cappotti isolanti per edifici, per ridurre le dispersioni di calore
- nuovi serramenti con doppio vetro ed intercapedine, come sopra.
Tu spendi 10.000 euro, lo Stato te ne ridà indietro 5.500 euro in 3/5/10 anni sotto forma di minori imposte in dichiarazione, niente male, vero? Soprattutto in quanto alcuni di questi interventi, sommati al resto delle spese di ristrutturazione necessarie, possono arrivare senza problemi intorno ai 200.000 euro per una casa di medie dimensioni, ma i limiti della legge ti permettono di ottenere sconti per un totale di oltre 450.000 euro.
Ora, a lavori finiti, ti ritrovi una manciata di commi nel c.d. "decreto salvacrisi" che di fatto annullano un contributo che avevi messo in conto, senza il quale non ti saresti potuto permettere una cosa simile. Di fatto il Governo si è ripreso in maniera ben poco leale una cifra pari a 1,6 miliardi di euro, dalle tasche di persone comuni di tutti i ceti censuari.
Ci sono amici e clienti che hanno impiegato cifre anche rilevanti. Per scegliere se fare o meno questi interventi hanno valutato la convenienza dell'agevolazione, che poi gli è stata negata ingiustamente. Queste persone ora rischiano di ritrovarsi a pagare il conto finale, attraverso rate di importi troppo rilevanti per le loro tasche.
Non dimentichiamo l'aspetto macroeconomico: ci sono 260.000 famiglie in questa situazione. Hanno speso oltre 3 miliardi di euro! Si parla di una cifra media di oltre 11.000 euro. Cosa succede quando un gruppo ampio di persone non riesce a pagare le proprie rate? Trasmette il problema agli altri, a catena.
In teoria lo Stato dovrebbe prevenire i problemi, non causarli.